Amsterdam: Campionato Europeo di Freestyle

Sole. Sole sole sole.
Se noi figli del ìBel Paeseî pensavamo di approdare nel verdeggiante nord, a respirare l’aria salubre e fresca degli antichi vichinghi, pensavamo male.
Anche la nostra Sicilia sarebbe stata invidiosa di cosÏ tanto caldo.
Non solo. Noi, del paese del Sud dell’Europa, godiamo/soffriamo per un numero equo di ore giornaliere.
Al Nord, implacabile, il sole detiene record di presenza: praticamente fa finta di tramontare alle 11 di notteÖper presentarsi impunemente dopo poco con un ìvoilá, eccomi qua!î. Uno stressÖ.
Parentesi chiusa, adeguatamente spalmata di crema ad alto fattore di protezione, scottature sparse, indegni segni di canotte e fascetteÖ

I giocatori:
Tanti. in crescita rapida. Non solo. Se 50 vi sembrano pochi, pensate a cosa Ë l’Europa del Freestyle, se dell’Italia mancava praticamente il 75% dei Romani, i giocatori di Roseto degli Abruzzi, la Romagna, il Veneto, Milano era presente con soli 5 giocatori, Trieste aveva solo un rappresentante, ecc. Praticamente altri 25/30 giocatori da aggiungere alla lista. Assenti importanti quali Reto Zimmermann e Sune Wenzel, tutta l’Inghilterra, molti tedeschi, quasi la totalitá della Francia, ecc.
50 giocatori rappresentano, in linea di massima, il 25/30% dei giocatori ìattiviî e di cui siamo a conoscenza. Senza contare quelli che stanno cominciando ora.
L’etá media Ë 25 anni, ed i nuovi giocatori sono sempre pi˘ giovani, per cui possiamo tranquillamente affermare che la prossima generazione di freestylers europei si assesterá sui 20/22 anni in media, con potenziali incredibili di gioco e di sviluppo.
Il livello di gioco Ë sbalorditivo. Se qualche anno fa servivano anni per raggiungere livelli interessanti, i nuovi giocatori, grazie all’ausilio dei mezzi di informazione, video, e non ultima la possibilitá di fare gare senza soluzione di continuitá, in soli pochi mesi possono partecipare ai tornei con un buon margine di gioco. Ovviamente, l’esperienza paga in termini di concentrazione e tenuta in campo, ma senza problema questo inconveniente verrá risolto grazie, appunto, alla possibilitá di partecipare ad un numero altissimo di competizioni.
Di sicuro interesse alcuni giocatori, che vedremo presto nella parte alta del Ranking. Personalmente sono stata colpita da Florian (Flo), un ragazzo tedesco che ha un gioco molto fluido, un senso dello ìshowî innato e delle potenziali incredibili. Penso sará fra i nuovi ìcampioniî di un futuro neanche troppo lontano.

Il meeting.
all’interno del torneo, si Ë svolto un piccolo meeting, per decidere, in linea di massima, i maggiori campionati 2006. La maggior parte dei giocatori (che erano fra l’altro in piena jammer libera, momento fra i preferiti dei freestylersÖ) ha sospeso la propria attivitá per partecipare al meeting.
Concentrazione, massima disponibilitá, apertura completa alle varie ipotesi: ho partecipato a centinaia di meeting, questo Ë stato fra i miei preferiti. Veloce ma intenso, ha dimostrato la volontá dei giocatori europei di lavorare compatti per il futuro del freestyle. Penso che dovremo imparare molto dai giovani freestylers europei, in termini di serietá e di coinvolgimento: proprio loro hanno sospeso il gioco per sedersi in cerchio e parlare. Decisamente una lezione di grande democrazia e partecipazione.
Le decisioni prese: Campionato Europeo 2006 a Roma e proposta FPA 2006 a Berlino. Le due date sono in fase ancora propositive, ma entro il 10 luglio saranno definitivamente raggiunte le decisioni, al fine di portare in America, all’interno del meeting per decidere il prossimo Campionato Mondiale, la proposta FPA 2006 in Europa, in maniera univoca e totalitaria, in rappresentanza di tutta l’Europa unita.

il torneo:
Iwan de Moor Ë un ospite gentile, sorridente, altruista. Gli invidio la capacitá di non arrabbiarsi mai, o di farlo in maniera cosÏ delicata da non accorgerseneÖTom Leitner Ë diventato ìgrandeî: nonostante il suo solito carismatico modo di essere, prende in mano le redini dei tornei, decide da solo scheduling di gioco, giudici, fa i conti finali. Arriva in anticipo sul campo di gioco, ho avuto notizie di Tommy che svegliava alle 9,30 di mattina i giocatori, perché dovevano essere in campo alle 11,00! Ma questo mi sa molto di leggenda metropolitanaÖ
Scherzi a parte, organizzare un torneo di freestyle non Ë uno scherzo. Nonostante i giocatori, negli anni, abbiano imparato che parole tipo ìpuntualitáî, ìorariî, ìgiuria prontaî, non sono astrusi neologismi di natura astratta, bensÏ ìcoseî a cui attenersi abbastanza strettamente, per cominciare una gara entro la giornata stabilita, il fatto di non avere partner fino a 3 minuti prima dell’inizio del torneo provoca ritardi a catena a dir poco estenuanti.
Non solo.
Personalmente, un torneo con 50 giocatori con categorie open e co.op. ritengo debba essere svolto in almeno 3 giorni, per dare il tempo ai giocatori di concentrarsi sulla gara, provare le routine e vivere anche in maniera rilassata la parte ìjammerî tanto amata.
Il torneo era comunque strutturato bene, i premi molto belli, gli sponsor attivi, sul tempo meteorologico niente da direÖlavorerei un po’ sulla presenza di ombra e pi˘ acqua in campoÖma immagino che neanche nelle pi˘ rosee previsioni si potesse immaginare di avere due giorni di cosÏ intenso bel tempo e 32∞ÖResta il fatto che Iwan Ë un perfetto ospite, che si Ë prodigato in mille modi per andare incontro ad ogni nostra richiesta, ed il suo sorriso Ë stato spesso migliore di una crema lenitiva antiscottature solariÖ

la gara:
per una volta faccio un po’ fatica a parlare della gara, avendovi fatto parte.
non ho visto tutte le routines, in quanto soffro di sindrome da stress patologico anti-gara. praticamente odio le competizioni, mi vengono le palpitazioni, ho lo zzzzzzzzzzzzz mentale, eccetera. Sono l’anti-competitor per eccellenza. Ma se Clay chiamaÖ
Quello che ho visto mi Ë piaciuto molto, anche se direi che, per esempio nell’open, le qualificazioni sono state migliori delle semifinali e finali per quasi tutti i team. Probabilmente tutto quel caldo e la fatica ha influito sulla resa dei giocatoriÖ
In linea di massima non cambia il mio pensiero relativamente al ìpeso della difficoltáî nell’ambito dei metodi di giudizioÖma in altra sede affronterÚ l’argomentoÖ
Gli errori hanno penalizzato alcune delle routines pi˘ interessanti, esempio quella delle coppia Andrea Meola e Antonio Cusmá: l’originalitá dell’esercizio ed il sapiente lavoro di far combaciare prese e musica erano fra i migliori del torneo.
Nonostante il team di sia composto ìin locoî, Flo e Jan Soerensen hanno creato una bella performance, dimostrando appunto le doti innate del primo e l’ottimo lavoro del secondo. Lavoro, quello di Jan, che lo ha premiato, portandolo alla vittoria nella categoria co.op. con i compagni Roland e Lorenzo. Proprio questi ultimi hanno giocato insieme, cosÏ come avevano giá fatto nella precedente edizione dell’europeo a Viareggio, dimostrando un buon feeling. A loro il 3∞ posto in open. Fabio Sanna e Gregory hanno giocato ìpulitoî e la loro competizione Ë risultata vincente. Fabio dimostra di avere tutti i requisiti per raggiungere le alte vette del ranking mondiale: gioco fluido, grande determinazione, costanza. Da lui l’Italia si aspetta grandi cose.
Stefan e Joakim hanno dimostrato ancora una volta la loro classe e lo stile svedese di lontana origine: esercizi complessi, routines fluide, ricerca del sincronismo: personalmente avrebbero meritato di pi˘, nel punteggio. Gli svedesi appartengono ad una scuola che ha origini ìnobiliî e Stefan e Joakim ne rappresentano un team perfetto.
Kolia e Markus hanno sofferto di inesperienza, perché gli errori erano per lo pi˘ dovuti a ìcalo di energiaîÖdate loro altri 2 o 3 campionati e dimostreranno che la scuola tedesca ha tutte le potenziali per primeggiare in Europa ed oltre. La sorpresa del campionato sono stati Fabio e Silvia Caruso, i fratellini di Milano che apparsi sulla scena freestylistica solo da poco tempo, sta crescendo in maniera ìimponenteî. Silvia, come giá avevo scritto per il Vagolino, Ë cosÏ caparbia che non molla maiÖil 6∞ posto in finale la dice lunga sulle potenziali del team. Clay Collerá resta uno dei migliori giocatori europei. Il ìvecchioî non molla la presa, continua a frullare incessantemente sui campi di gioco. Per fortuna quest’anno la sua compagna ero io, cosÏ che, da brava zavorra, ho frenato la sua insistente scalata ai vertici. Restiamo, io e Clay, uno dei team pi˘ ìinî del torneo: con i nostri 93 anni totali ed i nostri completini neri sotto un sole africano, potevamo schiattare: abbiamo invece tirato fino all’ultimo portandoci a casa un 8∞ posto in EuropaÖ(va bene, va bene! provvederemo ad inviare i soldi alla giuria quanto primaÖ.)
In generale un torneo utile per i giovani giocatori, che hanno potuto calibrare le proprie forze, e provare lo stress agonistico in una competizione accesa, con buone ìpunteî e ìmostri sacriî del freestyle, ma sempre vissuta nel massimo rispetto delle regole, ed in armonia.
Il feeling era ottimale, l’aggregazione assoluta, a dimostrazione di un forte senso di appartenenza alla famiglia dei freestylers.
Molto bella la demo degli amici americani, che non hanno partecipato alla competizione, ma hanno ìdato una manoî nella fase relativa ai giudizi e seguito con attenzione le performances dei ìcuginiî europei.

Meritatissimo lo Spirit of the Game a Iwan de Moor, che ha anche trovato il modo/tempo per giocare, dimostrando di avere in sé tutta la parte ìmiglioreî del freestyle.

Un torneo da portarsi nel cuore, insomma.
Sono contenta di avervi partecipato. Sono entusiasta di tutti i giocatori conosciuti.
Sono fiera di essere una ìeuropean freestylerî.